Critica per Cheville
(Stefano Perini)
Energia e movimento
esistenziale
Stefano Perini, in arte
“Cheville”, nasce a Gravedova in provincia di Como nel 1992; si
diploma come disegnatore tessile ed inizia il suo percorso pittorico
da autodidatta nel 2012 sperimentando i primi acrilici su cartone.
Nel 2013 inizia a far parte del movimento “Gruppo Arte Libera”
dove si mette in gioco in maniera completa ed eclettica.
Il punto cardine del suo
lavoro è sicuramente il concetto di stato d’animo, dove l’artista
inizia a dipingere emozioni e sensazioni scaturite da storie vissute
giornalmente.
Cheville utilizza per lo
più acrilici e spesso mischia ad esso materiali che creano spessori
e corposità; predilige la tela ma sicuramente è un artista che
sperimenta svariati tipi di supporto, come ad esempio il cartone.
Questo sperimentare lo rende eclettico e dinamico nel suo percorso
artistico e così anche nel suo modo di esprimersi.
La pittura diventa così
per lui una vera e propria esigenza fisica e mentale, dove gli stati
d’animo prendono forma attraverso colori, atmosfere e situazioni
esistenziali.
Due sono le linee che
segue: da una parte predilige l’accostamento di colori graffianti e
pennellate potenti, dove l’istinto è la chiave essenziale delle
sue opere; dall’altra colori vaporosi ed atmosfere evanescenti
rendono lo scenario totalmente malinconico e romantico, ed è proprio
in questa seconda linea che Cheville pone tutto se stesso davanti
all’osservatore.
Nell’opera “Where are
you?” l’ambientazione urbana quasi svanisce, i muri si amalgamano
con il grigiore dell’aria, le strade si perdono sospese tra attesi
amori.
Amanti, dall’amore
avuto, vagano oltre ogni sentiero triste e superano l’ostacolo di
un’atmosfera grigia, creata appositamente per uno solo dei
personaggi: un amante, dall’amore non avuto, cerca riparo sotto un
tetto di cuori che non è più il suo.
Lo stato d’animo di
Cheville diventa una confessione donata all’osservatore, un
sentimento “solitario” si libera sulla tela e lo rende debole
d’amore; una debolezza che però si tramuta in forza, dove il
personaggio solitario, in fin dei conti, osserva quasi con
compassione gli amanti lontani.
Nell’opera “Amanti al
chiaro di lampione” l’aria è più serena, i lampioni emanano una
luce soffusa su corpi coperti, la sicurezza di due amanti sotto
l’ombrello rosso cancellano tutto ciò che può accadere attorno e
gli occhi di chi guarda sono posati solo sui protagonisti.
L’artista non ha paura
di esternare i propri sentimenti, le proprie bugie, le proprie
verità, non ha paura di mostrare che l’anima è solo una
piattaforma dove poter dipingere se stessi.
Tutta l’arte di
Cheville è passionale, una ondata di graffianti pensieri cerca di
oltrepassare la pelle, il corpo ed arrivare al cospetto della
riflettente anima di chi osserva. Non serve dipingere gli occhi, non
serve colorare le sfumature delle vene, non servono i particolari per
andare oltre ogni espressione di amore ed essenza.
Cheville emerge
attraverso la sua energia e mette il suo essere al centro di un mondo
unico ed irripetibile.
“Dove sei corpo
d’Atlante
Ed anima distante.
Rimani al mondo
Solo nel mio mondo.
Se torni, non tornare
altrove
Mi farebbe male al cuore.”
B.s.
Critica di Benedetta
Spagnuolo
05-06-2014