giovedì 5 giugno 2014

Critica per Cheville (Stefano Perini)
Energia e movimento esistenziale

Stefano Perini, in arte “Cheville”, nasce a Gravedova in provincia di Como nel 1992; si diploma come disegnatore tessile ed inizia il suo percorso pittorico da autodidatta nel 2012 sperimentando i primi acrilici su cartone. Nel 2013 inizia a far parte del movimento “Gruppo Arte Libera” dove si mette in gioco in maniera completa ed eclettica.
Il punto cardine del suo lavoro è sicuramente il concetto di stato d’animo, dove l’artista inizia a dipingere emozioni e sensazioni scaturite da storie vissute giornalmente.
Cheville utilizza per lo più acrilici e spesso mischia ad esso materiali che creano spessori e corposità; predilige la tela ma sicuramente è un artista che sperimenta svariati tipi di supporto, come ad esempio il cartone. Questo sperimentare lo rende eclettico e dinamico nel suo percorso artistico e così anche nel suo modo di esprimersi.
La pittura diventa così per lui una vera e propria esigenza fisica e mentale, dove gli stati d’animo prendono forma attraverso colori, atmosfere e situazioni esistenziali.
Due sono le linee che segue: da una parte predilige l’accostamento di colori graffianti e pennellate potenti, dove l’istinto è la chiave essenziale delle sue opere; dall’altra colori vaporosi ed atmosfere evanescenti rendono lo scenario totalmente malinconico e romantico, ed è proprio in questa seconda linea che Cheville pone tutto se stesso davanti all’osservatore.
Nell’opera “Where are you?” l’ambientazione urbana quasi svanisce, i muri si amalgamano con il grigiore dell’aria, le strade si perdono sospese tra attesi amori.
Amanti, dall’amore avuto, vagano oltre ogni sentiero triste e superano l’ostacolo di un’atmosfera grigia, creata appositamente per uno solo dei personaggi: un amante, dall’amore non avuto, cerca riparo sotto un tetto di cuori che non è più il suo.
Lo stato d’animo di Cheville diventa una confessione donata all’osservatore, un sentimento “solitario” si libera sulla tela e lo rende debole d’amore; una debolezza che però si tramuta in forza, dove il personaggio solitario, in fin dei conti, osserva quasi con compassione gli amanti lontani.
Nell’opera “Amanti al chiaro di lampione” l’aria è più serena, i lampioni emanano una luce soffusa su corpi coperti, la sicurezza di due amanti sotto l’ombrello rosso cancellano tutto ciò che può accadere attorno e gli occhi di chi guarda sono posati solo sui protagonisti.
L’artista non ha paura di esternare i propri sentimenti, le proprie bugie, le proprie verità, non ha paura di mostrare che l’anima è solo una piattaforma dove poter dipingere se stessi.
Tutta l’arte di Cheville è passionale, una ondata di graffianti pensieri cerca di oltrepassare la pelle, il corpo ed arrivare al cospetto della riflettente anima di chi osserva. Non serve dipingere gli occhi, non serve colorare le sfumature delle vene, non servono i particolari per andare oltre ogni espressione di amore ed essenza.
Cheville emerge attraverso la sua energia e mette il suo essere al centro di un mondo unico ed irripetibile.

“Dove sei corpo d’Atlante
Ed anima distante.

Rimani al mondo
Solo nel mio mondo.

Se torni, non tornare altrove
Mi farebbe male al cuore.” B.s.


Critica di Benedetta Spagnuolo
05-06-2014